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martedì 23 giugno 2015

Tra sconfitte legali e colpi di coda: il FFP al punto di svolta



E alla fine arrivò il bivio: per la Uefa è la settimana cruciale in tema di Fairplay Finanziario, la settimana in cui ci si attende che molto cambi nel regolamento introdotto nel 2009 che ha già lasciato sul suo cammino diverse vittime e ha permesso ad altre di raggiungere compromessi per sistemare la propria situazione.

Già due mesi fa Michel Platini aveva gettato la spugna e preannunciato ammorbidimenti in arrivo sul fronte regolamentare, a seguito di diverse critiche da esperti e addetti ai lavori che hanno puntato il dito su come il sistema avviato nel calcio europeo finisca per cristallizzare le gerarchie: chi è entrato nel regolamento in un momento finanziariamente felice avrà sempre di più e chi ci è entrato in un momento buio o semplicemente non è strutturato per ottemperare pienamente alle regole avrà inesorabilmente sempre meno.

Un punto fondamentale a favore di chi ha contestato legalmente il regolamento é stato segnato oggi al Tribunale di Prima Istanza di Bruxelles, come era nell'aria.
Il giudizio della corte belga è il punto di arrivo di un percorso legale durato due anni, che sarà meglio enunciare con ordine e precisione, per ben capire quanto l'ago della bilancia si possa ora spostare verso un ammorbidimento che la Uefa potrebbe a questo punto trovarsi a dover necessariamente garantire.
Inizia tutto il 6 Maggio 2013 con un reclamo formale che l'avvocato belga Jean Louis Dupont, l'uomo che ha già cambiato le regole del gioco 20 anni fa guidando l'istruttoria che ha portato alla storica Sentenza Bosman, invia alla Commissione Europea in rappresentanza dell'agente italiano Daniel Striani, rappresentante di calciatori come El Kaddouri e Benalouane e che opera in Belgio.
Nel reclamo di Striani vengono citate le seguenti restrizioni date dalla "Break-even rule" (articolo 57 del regolamento FFP), che nello specifico enuncia come le spese di un club non debbano superare i ricavi:

- Restrizione sugli investimenti
- Fossilizzazione della struttura di mercato pre-esistente
- Riduzione del numero dei trasferimenti e conseguentemente riduzione dell'importo e dei giocatori sotto contratto
- Effetto distorsivo sugli ingaggi dei calciatori e conseguentemente sulle commissioni degli agenti

Inoltre, cosa su cui l'intero impianto del reclamo va a porre le fondamenta, si registra la violazione di tre principi di libertà fondamentali nell'UE: libertà di capitali, lavoratori (quindi calciatori) e servizi(quindi agenti). 
Nel reclamo si puntualizza inoltre quanto non sia necessario proibire l' "overspending" (cioè lo spendere più di quanto si ricava) purché tale overspending sia garantito dalle strutture bancarie che lo accompagnano.
In base a quanto sopra, nel reclamo si richiede alla Commissione Europea di dichiarare nulla la Break Even Rule.
Daniel Striani

Con la Commissione Europea, che si esprime sulla vicenda un anno dopo, le cose non vanno bene: il reclamo di Striani non apre un'inchiesta, decisione presa in base all'inconsistenza dell'asserzione secondo cui il FFP ridurrebbe il numero di trasferimenti, al fatto che non ci sono state altre lamentele nei precedenti 4 anni e che i clubs hanno contribuito alla stesura e supportato la regola su cui si basa il reclamo.
In più, nello stesso periodo, ci sono 9 club sotto investigazione che accettano di patteggiare la sanzione con la Uefa, tra cui Inter e Roma.
La battaglia di Striani, sempre più solitaria, sembra finita su un binario morto.
Tuttavia, ad Ottobre, la Commissione Europea dichiara che non intraprenderà ulteriori azioni ritenendo che il tribunale di prima istanza di Bruxelles sia nella posizione migliore per valutare il reclamo.

Striani scopre nel frattempo di poter contare su qualche alleato: alcuni colleghi agenti, un'entità di tifosi del Manchester City ("Manchester City Fc Supporters Club") , che perorano la sua causa a seguito della sanzione subìta dal club e un altro gruppo di tifosi del PSG che, nella stessa situazione degli inglesi, tentano di adire alle vie legali (non è chiaro come sia finita la vicenda) con la medesima tesi di Striani sulla violazione dei principi di libertà dell'UE.
L'udienza al Tribunale di Prima Istanza di Bruxelles si tiene il 26 e 27 Febbraio 2015 e fin da subito le istituzioni sembrano tendere verso una decisione che venga incontro alle ragioni di chi ha sporto reclamo: è soprattutto per questo che Michel Platini gioca d'anticipo annunciando l'ammorbidimento delle regole in un'intervista rilasciata il 18 Maggio successivo.

Fino ad arrivare all'epilogo odierno: il Tribunale di Prima Istanza di Bruxelles dichiara che si farà garante delle misure richieste dai reclamanti.
Ovvero: la fase 2 del FFP, in cui i club dovranno passare dai 45Mln di € di perdita massima a 30, deve rimanere invece invariata rispetto alla fase 1, facendo in modo che non cambi nulla in termini di tolleranza sulle perdite.
In più, successo ancor più importante per Striani e Dupont, la Corte belga si impegna a riferire il caso in un'udienza preliminare alla Corte Europea di Giustizia, richiedendo alla Corte Suprema dell'Ue se la Break Even rule viola le libertà fondamentali di cui si è parlato sopra eludendo il trattato dell'UE stessa.
Un provvedimento che sospende l'attuazione della fase 2 del FFP anche se la UEFA pare intenzionata a impugnare la decisione, tenendo in sospeso il provvedimento.
La soddisfazione di Dupont e dei suoi rappresentati è ovviamente massima ed è lo stesso Dupont ad auspicare che la Uefa metterà in campo quantomeno la rinuncia alla fase 2 del FFP mantenendo il deficit dei club a una tolleranza di 45mln di €, in attesa che la Corte Suprema si pronunci.
L'avvocato Jean-Louis Dupont

Il Comitato Esecutivo di Praga che la Uefa sosterrà il 29 e 30 Giugno diventa così l'occasione per rivedere le regole, ammorbidirle e decretarle.
Dalle indiscrezioni trapelate, oltre alla possibile rinuncia, sospensione o posticipo della fase 2 del FFP, dovrebbe essere varata a breve una regola che permette ai nuovi proprietari un periodo di spesa accelerata per garantire al club la crescita dei ricavi negli anni successivi, fino al raggiungimento del famigerato Break-Even, il punto di pareggio.
Non è ancora stato chiarito se tali modifiche che ci si aspetta salvo colpi di scena avranno funzione retroattiva andando ad impattare sulle sanzioni già comminate ed attualmente valide: ne sapremo certamente di più da mercoledì prossimo.

Intanto però la Uefa ha provveduto ad un colpo di scure aspro e senza precedenti: alla Dinamo Mosca, sanzionata per aver infranto le regole FFP, è stata comminata l'esclusione dalle Coppe Europee per 4 anni.
Si tratta del provvedimento più severo nella storia pur giovane del Fairplay finanziario e segue le sanzioni a Krasnodar e Lokomotiv Mosca che però, a differenza della Dinamo, avevano patteggiato e hanno evitato l'esclusione dalle coppe, che entrambe giocheranno.
C'è chi parla senza mezzi termini di ritorsione politica a seguito dello scandalo Fifa che pone la Russia in una posizione delicata, ma al di là delle congetture la Uefa dimostra con questo colpo di coda che
 se da una parte gioca sul tavolo dei club, dall'altra li bastona duramente qualora non si arrivi ad un accordo.

In quella che sarà un'estate che dirà sicuramente qualcosa sul futuro del FFP, rimaniamo con una sola certezza: la battaglia è appena cominciata.
Per sapere chi deporrà le armi per primo, la sensazione è che ci vorrà molto più di un triennio di monitoraggio...

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